Importante capire cos'è la 264/99
di Armando Cepparulo, Staff Prometeo Campania
Cari amici, e cari
colleghi di sventura. Mi rivolgo a coloro che anche questo anno dovranno
affrontare lo scoglio del test d’ammissione, per iscriversi alla facoltà
che si è scelto di frequentare, e magari qualcuno avrà iniziato a
chiedersi: perché esistono questi test d’ammissione indispensabili
per l’ingresso a certe facoltà?
Cercheremo di darvi
qualche brevissima ma precisa informazione.
Da un punto di vista
logico, sostenuto dai chiamiamoli i “creatori” dei test, i test
avrebbero un duplice obbiettivo: abbassare il tasso di abbandoni, selezionando
chi è più portato all’ambito di studi, e incrementare il cosiddetto
“tasso di produttività” , cioè il numero di studenti che si laureano
entro i tempi previsti.
Da un punto di vista
giuridico, la normativa di riferimento è la legge num. 264 del 2 agosto
del 99, che prevede un test istituito in alcuni casi su base nazionale
dallo stesso ministero, in altri dalle singole università.
Determinata per legge
è la programmazione degli accessi a Medicina e chirurgia, Architettura,
Odontoiatria, Medicina Veterinaria, Scienze Infermieristiche.
La legge 264/99 specifica
anche le materie sulle quali gli studenti vengono valutati: nei primi
anni si trattava soprattutto di nozioni di logica e cultura generale,
oggi le prove sono invece diventate molto più specifiche e riguardano
anche materie non affrontate dai programmi delle superiori.
I test sono a risposta
multipla: un punto per ogni risposta esatta, 0 se non si risponde, 0,25
se la risposta è errata.
Non esiste un risultato
minimo da raggiungere, visto che sarà ammesso solo un numero determinato
di studenti con i risultati migliori.
In futuro magari evidenzieremo
sconcertanti dettagli dell’inquietante retroscena che sottende all’illogico
sistema sull’ accesso programmato all’università.