Ho scritto una lettera al sottosegretario al Ministero dell'Università e della Ricerca Nando Dalla Chiesa. Come è intuibile, non ho avuto alcuna risposta. Vi invito tutti a scrivergli su sottosegretario.dallachiesa@miur.it . Riporto qui di seguito il testo della mia lettera.
Gent.mo sottosegretario Dalla Chiesa,
il mio nome è Michele Di Mauro, e le scrivo in qualità di responsabile regionale per la Campania dell'associazione "Progetto Nazionale Prometeo".
La nostra Associazione, nata da pochi mesi, si occupa essenzialmente di Libero Accesso al Sapere, con particolare attenzione all'abbattimento di tutte le barriere che impediscono l'attuazione di questo principio, garantito senza riserve dalla nostra Costituzione.
Il primo oggetto della nostra attività è l'abolizione incondizionata dell'accesso programmato all'università, perseguito da un lato chiedendo l'abrogazione immediata della legge 264/99 e del comma 4 dell'articolo 9 della legge 341/90; dall'altro chiedendo un significativo finanziamento delle strutture universitarie atto all'adeguamento di queste ultime alla richiesta di immatricolazioni e al potenziamento di laboratori, biblioteche ed altri strumenti didattici, mediante l'abrogazione di provvedimenti normativi che hanno di fatto cancellato le sovvenzioni statali agli atenei.
La nostra Associazione, avendo seguito l'attività della VII Commissione Permanente Cultura della Camera, ha rilevato una precisa volontà da parte di tutti gli schieramenti politici di cambiare il sistema di accesso programmato soltanto in seguito agli scandali perpetrati per anni, ma venuti all'attenzione della società civile solo in occasione degli ultimi concorsi.
Vorrei, a tale riguardo, esprimerle il nostro parere, che coincide con quello di migliaia fra studenti e rispettive famiglie, ma anche fra docenti e professionisti, che hanno deciso di aderire al nostro movimento.
In primo luogo, contrariamente a quanto lei ha affermato in Commissione il 25/10/2007, per noi la questione sulla costituzionalità dell'accesso programmato all'università è grave e fondata, in quanto abbiamo ravvisato in esso la violazione, al meno, di tre principi fondamentali che ispirano la Costituzione della nostra Repubblica, i quali sono il diritto alla libera affermazione di sé stessi e della propria personalità, la libertà dell'insegnamento delle arti e delle scienze, il diritto di tutti i cittadini ad ricevere istruzione. Tali principi sono espressi essenzialmente dagli articoli 3, 33 e 34 della nostra Costituzione, nei quali è anche esplicitamente sancito che la Repubblica ha il dovere di adoperarsi affinché quanto in essi dichiarato sia garantito ad ogni cittadino.
Abbiamo poi letto che si è affermata, da più parti, la necessità del numero chiuso all'università per poter garantire un facile assorbimento dei laureati nel mercato del lavoro. Potremmo tormentarla con le solite motivazioni idealistiche sul fatto che il sapere e la libera esplicazione delle proprie inclinazioni non devono, in un paese civile, essere oggetto di tratta con le imprese alla stregua di una merce; potremmo raccontarle di centinaia di ragazzi frustrati, i quali finiscono prede di ansia e depressione (con annessi il peso sulla famiglia ed i rischi di suicidio) perché è stato loro strappato un consistente pezzo di libertà; che un cittadino libero, in uno stato democratico, può scegliere di laurearsi anche solo per cultura personale, magari in età avanzata, senza voler per forza trovare uno sbocco occupazionale; ma sappiamo che questo non interessa né alla politica né al mercato del lavoro. Ci limiteremo dunque ad esporle qualche motivazione di carattere pratico: uno studente che studia ad un corso di laurea che non ha scelto, ma che si trova a seguire per ripiego, non darà mai il meglio di sé. Sarà anzi portato alla mediocrità e ci sono elevatissime probabilità che abbandoni gli studi prima di giungere alla laurea. Una situazione sconveniente in un Paese che, il mese scorso, si lamentava del fatto di non avere un premio Nobel da diversi anni.
Abbiamo sentito parlare della necessità di perseguire gli accordi sottoscritti con la Strategia di Lisbona; di incrementare le iscrizioni ai corsi di laurea in Matematica e Fisica. Siamo stati testimoni di strategie disperate, talvolta tanto maldestre da scadere nel ridicolo, per incentivare i giovani a frequentare corsi di laurea scientifici. Sono sicuro che le siano note le innumerevoli ed autorevoli statistiche che parlano di un preoccupante analfabetismo matematico nel nostro paese, dovuto essenzialmente all'inettitudine dei nostri docenti di scuola media inferiore e superiore, ma anche alla scarsissima serietà con la quale si svolgono interrogazioni ed esami, per non parlare della serietà con la quale gli organi competenti ispezionano lo svolgimento delle attività didattiche. È intuibile che un giovane che non abbia mai studiato seriamente la matematica e la fisica al liceo, difficilmente opterà per corsi di laurea dello stesso stampo all'università, o, se lo facesse, avrebbe scarsissime possibilità di portare a termine gli studi. Siamo quindi dell'avviso che se non lavorerete sulla serietà della preparazione di base degli studenti e su una seria strategia di orientamento prima delle immatricolazioni, tutto ciò che farete per deviare gli studenti in corsi di laurea nei quali scarseggiano allievi, sarà inutile.
Siamo inoltre del parere che l'accesso programmato sarebbe del tutto inutile se la pubblica istruzione raggiungesse livelli di qualità adeguati ad un paese moderno, formando studenti preparati. Se da un lato è inutile esaminare un ragazzo che ha appena dato prova delle sue capacità e competenze superando un esame di stato, dall'altro è vero che in un'università seria solo gli allievi più capaci e motivati andrebbero avanti, in modo "naturale", senza necessità di demenziali quiz a risposta multipla. Conservare qualsiasi forma di numero chiuso, infine, non risolverà mai il problema del nepotismo e delle raccomandazioni, tanto radicato in Italia da esser diventato quasi un elemento folkroristico.
In attesa di un suo cortese riscontro, la ringrazio per la gentile attenzione e le porgo i più distinti saluti.
Michele Di Mauro,
responsabile Campania di Progetto Nazionale Prometeo