Una premessa a quest'intervento, di poche parole e scritta in nero, per ricordare tutti gli assassinati sul lavoro: è assurdo che un uomo debba morire nel momento in cui presta la sua vita a qualcun altro per poter garantire la sopravvivenza alla propria famiglia. Capitani d'industria, padroni, sfruttatori del lavoro in nero, fatevi un regalo di Natale: un bel carico di vergogna.
Qualche settimana fa si è verificato un episodio increscioso per certi versi, interessante per altri, che vorrei riportare con la massima serenità e pacatezza nei toni.
Uno dei docenti del primo anno di Medicina e Chirurgia alla Federico II, del quale non citerò né la materia di insegnamento né il nome, ha consigliato ai suoi studenti di studiare le materia oggetto del corso da un e-book disponibile su di un sito web, per accedere al quale bisogna pagare una cifra di circa € 12. L'autore del libro è ovviamente il docente in questione, il quale ha più volte sottolineato la necessità e l'importanza di tale riferimento didattico.
Alcuni allievi hanno, illegittimamente, copiato il testo e lo hanno inserito in rete in modo tale che tutti potessero scaricarlo liberamente. Uno di essi ha accusato su di un forum pubblico il professore utilizzando l'epiteto "ladro".
Le reazioni non hanno tardato ad arrivare. L'editore su tutte le furie ha, mediante l'insegnante, annunciato denunce penali per i responsabili. Il docente a sua volta ha minacciato di querela per diffamazione colui il quale si è rivolto a lui definendolo "mariuolo", sottolineando il fatto che egli non è furioso per il danno economico, dal momento che su ogni e-book guadagna, a detta sua, soltanto € 1, ma per il fatto che dei ragazzi lo abbiano offeso pubblicamente.
Ribadendo la mia posizione di assoluto disaccordo con le azioni commesse dai miei colleghi, sottolineando la legittimità della reazione sia dell'editore che dell'autore, vorrei fare presente però che questa questione affonda le radici in un problema genuinamente, quasi folkroristicamente, italiano.
Chiedere agli allievi del proprio corso di acquistare un libro scritto da sé stessi suscita il legittimo sospetto di un conflitto di interessi da parte del docente, la cui evidenza non sfuggirebbe neanche ad un bambino. È vero, potrebbe anche darsi che il prof preferisca che gli studenti dispongano di un testo che imposta gli argomenti trattati alla stessa maniera della lezione; ma a questo punto, visto e considerato che l'autore si è esplicitamente dichiarato disinteressato al provento economico, perché non distribuire delle dispense di appunti gratuite, al più chiedendo il costo delle fotocopie e della rilegatura? Se proprio invece è necessario che gli allievi studino dal libro del prof, vuoi per il fatto che sia un testo indispensabile, vuoi per il fatto che il prof sia geloso del proprio lavoro, perché non rilasciarlo, almeno agli studenti della sua facoltà, con una licenza gratuita Creative Commons? A mio modestissimo avviso sarebbe un grandissimo atto di onestà e di notevole spessore etico, giacché gli studenti pagano il loro insegnante per il servizio che egli svolge in un ateneo pubblico, con le tasse che versano all'inizio e a metà di ogni anno accademico. Sarebbe, inoltre, una notevole dimostrazione di maturità lasciare che il resto del mondo universitario valuti la qualità del testo e, nel caso in cui lo ritenesse valido, lo acquisti legalmente ed al prezzo consono, come è giusto che sia.