Ormai mi sento un venditore di enciclopedie porta a porta. A forza di dire sempre le stesse cose ho assunto il tono cantilenante di chi non fa più caso a ciò che gli esce di bocca.
In relatà, a quello che dico, ci penso benissimo. Come è successo nella discussione innescatasi tra me ed alcuni colleghi di università l'altro giorno sul numero chiuso. Lo scambio di idee, come di consueto, è cominciato per colpa mia, ed ovviamente non me ne vergogno affatto.
E' partita la solita carrellata di argomentazioni sufficienti ma non necessarie per giustificare il quiz, così come non sono mancati i risolini di chi, test o non test, medico sarebbe diventato in ogni caso; perché, ricordiamocelo: il pattume venuto fuori quest'anno è solo una piccola parte dell'immondizia che ricopre l'accesso programmato. Una collega però ha fatto un'affermazione che, sebbene non mi abbia folgorato per acume o solidità del ragionamento, mi ha messo in condizione di pensare ad una risposta che non sono abituato a ripetere come una cantilena da televendita di materassi. L'affermazione in questione è: "non ti senti in un ambiente migliore degli altri? Non ti sei accorto che qui a medicina, grazie ai test, il livello d'intelligenza degli studenti è molto più elevato che a giurisprudenza, dove possono entrare tutti?". "Nient'affatto!". La mia risposta è iniziata così; a buon diritto, direi, giacché dopo un anno di Scienze Biologiche ed uno di Fisica vissuti letteralmente dentro l'università, mi sento autorizzato a poter esprimere un parere sulle platee studentesche e, in misura minore, sulla didattica di alcune materie. I test hanno senso, oggi, perché gli studi di Medicina si sono talmente semplificati rispetto al passato, che chiunque si cimenterebbe nel fare il medico, spinto dalla prospettiva tutt'altro che remota di cospicui guadagni. Io direi che il numero chiuso ha perso definitivamente quell'apparenza che l'ha sempre connotato di "selezione dei migliori", nel momento in cui i corsi di Chimica e Fisica Medica del primo anno (parlo per Medicina e Chirurgia) sono stati ridotti a lezioncine demenziali per studenti dell'ITIS tenute mediante inguardabili diapositive, e si sia rivelato per ciò che semplicemente e brutalmente è: "selezione cautelare". I corsi di Chimica e Fisica del corso di Laurea in Scienze Biologiche, da sempre considerato un indirizzo accessibile anche ai più svogliati, sono tenuti con un rigore scientifico che a Medicina si sognano. Nemmeno la mia professoressa di scienze, al liceo classico, è riuscita a trattare ogni possibile legame chimico in due sole lezioni. Sarà che ci reputano davvero dei cervelloni per il fatto che abbiamo superato il test, sarà che ad un medico è necessario possedere appena i rudimenti di Chimica e Fisica; ma cosa ricorderemo, noi allievi motivati e meritevoli a norma di legge, di un corso così elementare, il giorno che verremo sbattuti, senza battute di sorta e diapositive colorate, in corsia? Ci sarà qualche esperto del ministero a darci le cinque alternative su come salvare una vita?
Vi lascio al monologo di Al Pacino in "Scent of a Woman", doppiato dal magnifico Giancarlo Giannini. Se conoscete un po' di inglese, vi consiglio di gustarvelo in lingua originale.